Roma,14 dicembre 2000

Lettera aperta a tutti gli istruttori, tecnici e allenatori FITARCO

 

Cari amici,

l’informazione negli anni 2000 è sicuramente un campo di interesse formidabile dove tutti stanno operando per raggiungere quel concetto di "villaggio globale", come è stato definito il mondo, grazie a questo veicolo che ha ridotto notevolmente tempi e distanze.

In questo anno e mezzo di lavoro, molto breve per la verità per poter fare tutto quello che avevamo programmato, ed era molto, e ci stiamo comunque riuscendo, la cosa che forse è stata un po’ trascurata è proprio quella della comunicazione. Negli ultimi tempi abbiamo cercato di recuperare terreno anche su questo fronte grazie ad una nuova veste di "Arcieri" ed alla sua tempestività; alle news sui lavori del C.F.; al nuovo sito federale dove si risponde con puntualità a tutti i quesiti e i problemi; alle circolari che cerchiamo di fare il più esaustive possibile.

In questo periodo di iscrizioni all’albo (ne stanno pervenendo molte), mi sono reso conto però, da diverse lamentazioni pervenute da parte di alcuni istruttori, anche giuste e giustificate, che è necessario dare alcune spiegazioni per quanto riguarda il nuovo regolamento istruttori e le conseguenti attività e inquadramenti. Per questo, e per essere il più esauriente possibile, non sarò breve.

Tutto ha origine da alcune richieste del CONI sulla formazione dei tecnici, il loro livello, il loro inquadramento anche in relazione ai mutamenti Europei (libero mercato) ed alla richiesta di istituire la figura di istruttore giovanile che l’Ente stesso ha avanzato da oltre due anni.

Ricordo che la Federazione è riconosciuta dal CONI; il bilancio federale è costituito per l'80% dalle entrate derivanti da contributi CONI; dallo stesso abbiamo servizi di qualità in ambiti quali, ad esempio, quello della formazione quadri; quindi, per tutto questo non possiamo esimerci dall’adottare, pur adattandole al nostro percorso e alla nostra storia, le direttive che l’Ente impartisce.

Il nuovo Statuto del CONI, conseguente il D.L. 242/99, che ha costretto anche tutte le federazioni a riformulare i nuovi statuti recita:

art.1 "Il Comitato Olimpico Nazionale …omissis… è autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell’individuo e parte integrante dell’educazione e della cultura nazionale";

art.2 "Il CONI detta principi per promuovere la massima diffusione della pratica sportiva in ogni fascia di età e di popolazione, con particolare riferimento allo sport giovanile…omissis… detta principi per conciliare la dimensione economica dello sport con la sua inalienabile dimensione popolare, sociale, educativa e culturale …omissis…detta i principi per assicurare che ogni giovane atleta formato da federazioni, società e associazioni sportive ai fini di alta competizione riceva una formazione educativa e professionale complementare alla sua formazione sportiva";

art. 3 Il CONI promuove e tutela lo sport giovanile fin dall’età prescolare";

art.23 Indirizzi e controlli sulle Federazioni Sportive Nazionali.

  1. Il Consiglio Nazionale emana indirizzi in ordine ai profili pubblicistici dell’attività delle Federazioni Sportive Nazionali, con particolare riferimento alla affiliazione, al riconoscimento e ai controlli sulle società e sulle associazioni sportive, ai tesseramenti, alla tutela sanitaria, assicurativa e previdenziale degli atleti, alla prevenzione e repressione del doping nonché alla formazione dei quadri e dei tecnici ….omissis
  2. La Giunta Nazionale,…omissis… approva i bilanci delle Federazioni Sportive Nazionali e stabilisce i contributi finanziari in favore delle stesse, eventualmente determinando specifici vincoli di destinazione, con particolare riguardo alla promozione dello sport giovanile, alla preparazione olimpica e all’attività di alto livello.
  3. La Giunta Nazionale vigila sul corretto funzionamento delle Federazioni Sportive Nazionali. In caso di gravi irregolarità nella gestione o di gravi violazioni dell’ordinamento sportivo da parte degli organi federali ovvero in caso di constatata impossibilità di funzionamento dei medesimi, nomina, sentito il Consiglio Nazionale, un commissario.

art. 32 Tecnici sportivi

  1. I tecnici, inquadrati presso le società e le associazioni sportive riconosciute, o comunque iscritti nei quadri tecnici federali, sono soggetti dell’ordinamento sportivo e devono esercitare con lealtà sportiva le loro attività, osservando i principi, le norme e le consuetudini sportive, tenendo conto in particolare della funzione sociale, educativa e culturale della loro attività.
  2. I tecnici devono esercitare la loro attività in osservanza delle norme e degli indirizzi del CIO, del CONI e della Federazione Sportiva nazionale di appartenenza, osservando altresì le norme e gli indirizzi della competente federazione internazionale, purché non in contrasto con le norme e gli indirizzi del CIO e del CONI.

I concetti sopra espressi sono stati recepiti anche nel nuovo statuto federale in via di approvazione da parte del CONI. Il regolamento istruttori potrà quindi essere modificato dal C.F. in piena autonomia, pur nel rispetto di quanto sopra, perché non dovrà più essere sottoposto all’approvazione del CONI come avveniva prima della riforma; pertanto, tutti i suggerimenti che perverranno potranno essere recepiti per ridefinire questo regolamento.

Si sappia però che in base alla prima regola della democrazia non potrà mai essere un regolamento personalizzato per ciascuno ma dovrà essere una normativa che tiene conto della volontà, dei problemi e dei bisogni della maggioranza.

Vengo ora al dettaglio.

Una delle prime cose che il C. F., appena insediato, dovette affrontare fra le tante, fu quella della revisione di tutti i regolamenti che, o non risultavano approvati dal CONI o erano vetusti e quindi non più in sintonia con gli indirizzi dell’Ente stesso; tra questi c’era anche il Regolamento Istruttori. Fin da novembre ‘99 il C.F. lo prese in esame e, dopo alcune riunioni della specifica commissione, alcuni contatti e coinvolgimenti di esperti, fu approvato dal C.F. nel marzo 2000 ed inviato al CONI. La discussione che ci fu intorno a questo regolamento è stata una delle più articolate che si sono avute nel C.F. a dimostrazione di come, sull’argomento, ci sia stato interesse e partecipazione.

Durante l’anno avremmo dovuto provvedere ad organizzare tutte le attività conseguenti ma, fin da subito, dicemmo che non sarebbe stato possibile fare un lavoro organico come necessario, in quanto gli impegni del 2000 erano tanti, densi e tali da costringerci a fare delle scelte. Di fronte ad un risanamento della federazione, alla riorganizzazione dell’attività delle squadre Nazionali, alla organizzazione e partecipazione all’evento olimpico, alla riforma dello Statuto ("piovutaci tra capo e collo") all’organizzazione degli eventi federali, alla revisione delle carte federali ed a tanto altro, devo dire che il settore che ha più risentito di un mancato diretto interessamento federale è stato quello della formazione quadri e dell’attività giovanile.

Non siamo però stati fermi, abbiamo attivato esperti, gruppi di lavoro ma, per la verità, il contributo che ci aspettavamo era diverso soprattutto nei tempi; è difficile progredire venendo meno l’apporto indispensabile dei diretti interessati nei tempi necessari soprattutto quando, come in questo anno, siamo stati in continua emergenza proprio per i tempi stretti che ogni attività richiedeva in termini di impegno e azioni federali.

Per inserire la figura di istruttore giovanile si è dovuto rivedere tutto l’organigramma istituendo un 1° livello (indipendentemente dal nome, nel caso specifico "promotore sportivo") ed altri due livelli ("allenatore regionale e nazionale") lasciando l’istruttore giovanile come ("cuscinetto") qualifica a se stante per un nuovo e diverso impegno che il CONI, e quindi la Federazione, devono e vogliono dedicare a questa specifica e importante attività. Per far questo si dovranno cambiare i contenuti e i connotati della formazione dei tecnici adeguandoli alle nuove metodologie, ai nuovi bisogni e interessi dei giovani e di conseguenza a tutti gli altri settori e ambiti di attività.

E’ stata inoltre prevista una specializzazione ("maestro") per gli allenatori regionali e nazionali. Questo regolamento, così come è previsto, comporta un’azione a vasto raggio di formazione, riformazione, riqualificazione e aggiornamento di tutto il settore degli allenatori. Operazione questa che non può essere fatta in pochi mesi ma che necessita di almeno un quadriennio; lasciamo quindi al prossimo C.F. questo importante e gratificante onere e onore.

Noi abbiamo gettato le basi ma non abbiamo avuto il tempo di costruire la casa.

Veniamo ora alle comparazioni tra le "vecchie" e le nuove qualifiche.

Dovendo istituire un albo, dovendo i tecnici avere diritto di voto attivo e passivo, dovendo deliberare il pagamento delle quote di iscrizione e tesseramento, si è scelta la strada di comprimere le attuali qualifiche adeguandole e allineandole alle nuove. L’operazione ha sicuramente scontentato diversi ma l’obiettivo da raggiungere, già previsto dal Regolamento, è quello di una sanatoria "ad personam" che rivaluti competenze, professionalità e impegno di ciascuno.

Per questo, e cioè per riportare ognuno al suo livello, era necessario partire da un gradino più basso. Di ognuno saranno valutati i crediti formativi (es. istruttori CAS/CONI, autoformazione, partecipazione a seminari, convegni, ecc.) e, dopo queste valutazioni ed un eventuale corso o esame, tutti riavranno il livello adeguato. Era necessario fare un anno zero, quale migliore opportunità se non quella dell’anno 2000? Prima di tutto la federazione deve disporre di un albo che la metta in condizione di programmare tutti gli interventi necessari mirati a coinvolgere persone reali, esistenti, interessate e motivate.

Fatto tutto questo si potrà certamente guardare al futuro dando spazio a tutti affinché il movimento arcieristico sia adeguatamente promosso a partire dall’attività di base, passando da quella giovanile, fino all’alto livello.

E’ necessario avere una Scuola federale e perciò dotarsi di strutture, mezzi e risorse; tra queste, fondamentali risultano quelle umane e quindi un nuovo corpo docente nazionale e territoriale, una nuova commissione formazione quadri che tenga conto anche della necessità di preparare i dirigenti oltre che i tecnici.

Con il programma delle squadre nazionali si è già iniziato a definire un percorso in questo senso, dovrà però essere definito e dettagliato nei tempi, nei modi e nei contenuti dal prossimo C.F. (vedi sopra).

Invito tutti coloro i quali si sono sentiti "retrocessi" a guardare al futuro interpretando questo primo e necessario momento quale vera riforma del settore che dovrà omogeneizzare procedure e linguaggi al servizio di tutti; in questo modo si tende ad evitare quella non uniformità degli ultimi tempi che ha reso necessaria questa prima fase di riforma.

Ultimi chiarimenti riguardano il passaggio tra le qualifiche e il ruolo dei tecnici federali.

Il tecnico federale che opera con le squadre Nazionali auspico che sia inquadrato come allenatore nazionale, o almeno altra qualifica prevista, e possibilmente anche specializzato come maestro, ma non è obbligatorio in quanto è un incarico specifico a tempo e a contratto per il quale occorrono anche altri requisiti. L’incarico, come avvenuto nel passato e come avviene anche in tante altre federazioni, può essere ricoperto anche da tecnici stranieri che non possiedono le nostre qualifiche.

L’acquisizione delle diverse qualifiche avverrà secondo quanto previsto dal Regolamento, fermo restando quanto detto circa la sanatoria, il riconoscimento dei crediti formativi e altro. La cosa importante da capire è che la qualifica di allenatore giovanile prevede una particolare ed accurata preparazione perché il tecnico deve avere ben presente l’opera che dovrà svolgere in favore dei ragazzi di questa delicata fascia di età.

Il passaggio alle qualifiche superiori avverrà partendo da queste esperienze perché l’allenatore, "crescendo", dovrà sempre avere questo bagaglio come riferimento verso i tecnici che operano in questo settore con i quali dovrà avere un rapporto privilegiato e continuo, per cui risulta determinante che egli stesso ne possegga gli elementi chiave e basilari.

Con questa lunga lettera ho cercato di chiarire quale è stato il lavoro fatto e qual è il pensiero mio di presidente ma soprattutto di allenatore che spera presto di poter tornare a calcare i campi di tiro. Lo farò con molto piacere e per questo non mi sentirò "retrocesso" o mortificato anzi, motivato a riqualificarmi ed aggiornarmi perché non si finisce mai di imparare ed è utile per continuare.

Amici, colleghi, Vi auguro buon lavoro unitamente agli auguri di Buone Feste.

Cordiali saluti.

Il Presidente

Dario Carbone