Paralimpiadi Parigi 2024: Elisabetta Mijno e Stefano Travisani vincono l'oro!

05/09/2024

Tipo: Nazionali


Trionfo azzurro con Elisabetta Mijno e Stefano Travisani che vincono l'oro nel misto ricurvo contro la Turchia e portano a 3 le medaglie azzurre alle Paralimpiadi nella giornata di chiusura. L'Italia vince 1 oro, 2 bronzi e conta 2 quarti posti


C’era una volta la Nazionale italiana di tiro con l’arco, alle Paralimpiadi di Parigi. E vissero tutti felici e contenti. In effetti sembra una favola. Questa volta con tanto di lieto fine. Perché l’epilogo lo scrivono con inchiostro dorato un re e una regina: del Ricurvo Open, nel mixed team. Stefano Travisani ed Elisabetta Mijno sono campioni paralimpici. E regalano all’Italia, oltre che a loro stessi, una medaglia d’oro destinata a diventare l’ennesima pietra miliare nella storia dell’arco azzurro che arriva così a quota 34 podi dal 1960 ad oggi. Per 11 volte consecutive si torna in Italia con almeno un alloro e a portare nel Bel Paese quello più splendente sono i due azzurri che a Tokyo 2020 si erano fermati all'argento. La regina Mijno, una volta archiviato il terzo posto nell’individuale, riesce a mettersi al collo il metallo più prezioso, dopo due argenti e due bronzi di una carriera ineguagliabile che conta cinque partecipazioni ai Giochi Paralimpici, da Pechino 2008 a Parigi 2024. Ed è il primo oro anche per re Stefano Travisani, che ha la straordinaria capacità di cancellare la precoce eliminazione di ieri e, a poco più di 24 ore di distanza, si presenta sulla linea di tiro in versione semi-infallibile. Dai quarti contro l'Indonesia, battuta 5-3 alla semifinale con l'India, superata 6-2, gli arcieri italiani non hanno mai lasciato agli avversari la possibilità di raggiungerli. E fanno altrettanto anche nella finalissima contro la Turchia, dove Betta e Stefano vincono 6-2 e conquistano l’Olimpo. All’Esplanade des Invalides risuona l’inno di Mameli. Sul pennone più alto sventola il nostro tricolore. Sì, la favola è diventata realtà. Grazie a un re e una regina. E grazie a un movimento arcieristico che non smette di fabbricare podi, medaglie, emozioni. E che torna a tingersi d’oro, a 12 anni dal titolo di Oscar De Pellegrin, a Londra 2012.


INDONESIA SUPERATA AI QUARTI - Nei quarti di finale, l’Italia parte a mille. O meglio, a 37: come i punti totalizzati nel set d’avvio. Tris di 9 e un 10: anche l’Indonesia di Wahyu Retno Wulandari e Setiawan Setiawan cala un 10, oltre a un 9, ma si ferma a due tacche dagli azzurri. Ovvero, a 35. Solo che gli indonesiani sono una coppia tostissima. Ed estremamente competitiva. Tanto che riporta il confronto in equilibrio: 33-35 e 2-2 nel conto dei set. Questa volta è l’Italia a scivolare in un fatale 7. Lo si capisce subito e a chiare lettere: con un livello così elevato, ogni sbavatura può costare cara. Nel terzo round, la partenza è in salita (6), ma Travisani e una sontuosa Mijno (10 e 9 per la piemontese) riprendono il filo del discorso e chiudono a 32: lo stesso punteggio degli indonesiani. Insomma, la parità non si spezza: 3-3. Così, a decidere, è un quarto atto in cui Elisabetta e Stefano tengono un’andatura regolare (doppio 8 e doppio 9) e respingono l’assalto dei tenaci e precisi portacolori dell’Indonesia: 34-32. E 5-3: si va in semifinale.

SEMIFINALE DA INCORNICIARE - Ad attendere il duo azzurro c’è l’India di Pooja e del neo campione paralimpico nell’individuale Harvinder Singh, capace di liquidare la Polonia, nel turno precedente, con un roboante 6-0. L’approccio di Travisani è impeccabile: 10 e 9, mentre Elisabetta contribuisce a toccare quota 36, contro i 31 punti degli indiani. La coppia italiana cavalca l’onda della fiducia e cala il poker in un irresistibile secondo capitolo del match: quattro volte 10 e 4-0. Il traguardo è vicino, ma non ancora raggiunto. Perché Pooja e Singh alzano il livello qualitativo della loro prova e, con 37 punti (frutto di un tris di 9 e un 10), superano di due lunghezze gli azzurri. Ma il destino è ancora in mano a Travisani e Mijno. I quali confezionano una quarta volée da applausi, in virtù di due 10 conclusivi: si concretizzano, quindi, il 38-37, il 6-2 nel conto dei set. E, soprattutto, la finalissima per l’oro. Dopo tre sconfitte di fila, nella spedizione parigina, l’incantesimo delle semifinali è spezzato.

DA TOKYO A PARIGI - Sono passati 1097 giorni, eppure sembra non sia cambiato nulla. Stefano ed Elisabetta sono ancora lì, sulla linea di tiro, a giocarsi la medaglia più ambita dei Giochi Paralimpici. Da Tokyo a Parigi: oggi, come allora, le condizioni meteorologiche sono complicate. Il cielo è plumbeo. La pioggia cade a tratti. A cambiare, però, è la Nazionale avversaria: non più la Russia, esclusa per le note vicende extra sportive, bensì la Turchia di Merve Nur Eroglu e Sadik Savas. È una finale inedita. A non essere inedito è l’avvio lanciatissimo degli azzurri: tris di 9 e 8. Prende forma il 35-31 del primo set. E il secondo? È ancora una volta irresistibile: 39 punti realizzati su 40, mentre la Turchia si ferma a 36. Eroglu e Savas, però, non intendono lasciare nulla al caso e riaprono i conti in un quarto atto di alto profilo (37-38). Tutto riaperto? Non proprio, perché nel quarto set la freccia di Eroglu scivola sul 6. E spalanca le porte al trionfo italiano: l’ultima freccia la scocca Elisabetta Mijno. Basterebbe un 6, arriva un 9: 36-33. E 6-2.
Il bronzo, invece, va alla Slovenia di Ziva Lavrinc e Dejan Fabcic, capaci di superare 5-4 l’India nel duello per il gradino più basso di un podio tutto europeo.




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