Marco Galiazzo tra i migliori arcieri al mondo secondo World Archery

03/06/2016

Tipo: Nazionali Disciplina: Targa


Ogni settimana sul sito web World Archery vengono pubblicate le storie dei più grandi arcieri che hanno fatto la storia del tiro con l’arco alle Olimpiadi. Oggi tocca a Marco Galiazzo.


Dopo la celebrazione di Michele Frangilli all’ottavo posto di questa speciale TOP 15, questa settimana è il turno di un altro italiano: Marco Galiazzo, annoverato come il sesto miglior atleta.
È stato scelto da World Archery in quanto è l’arciere italiano più medagliato dell’era moderna. Nato a Padova il 7 maggio 1983, annovera nel suo medagliere personale un oro individuale ad Atene 2004 e due medaglie a squadre, argento a Pechino 2008 e oro a Londra 2012. Dice di sé: “Ho sempre mirato a vincere, non importa in quale tipo di gioco”.
“Quando ero un bambino pensavo che avrei vinto qualsiasi competizione a cui avessi partecipato” racconta Marco riguardo la propria infanzia. “Mio padre mi ha seguito e aiutato durante la mia carriera, mi ha sempre ripetuto di dare il meglio di me e di non concedere nulla agli avversari. Ho fatto molti sacrifici quando ero adolescente: niente vacanze, niente feste con gli amici”.
Marco ha conquistato la prima medaglia olimpica ancora giovanissimo, all’età di soli 21 anni, alla sua prima Olimpiade. La sua è stata la prima medaglia conquistata dall’Italia ai Giochi Olimpici di Atene e questo ha lasciato il segno nella memoria del pubblico.

“Ricordo ogni istante di quella finale” racconta Marco. “Quando sono entrato nello stadio mi ripetevo di tirare bene. Non vedevo l’ora che il match finisse per potermi concedere finalmente un po’ di riposo! Ma quel giorno ero molto sicuro di cosa sarei stato in grado di fare”.
Con una coppia di 10 nella prima volée, il giapponese Hiroshi Yamamoto ha guadagnato 1 punti di vantaggio, ma Galiazzo ha superato il 27 di Yamamoto mettendo a segno un 29 nella seconda volée, ribaltando la situazione. Con altri due 10 nella terza volée ha aumentato il suo distacco, fino alla freccia finale con cui ha conquistato l’Oro olimpico.
Dice Marco: “E se non avessi vinto? Avrei comunque una medaglia d’argento e sarei stato comunque felice, visto che quella era la mia prima Olimpiade. Alla fine sapevo di aver fatto del mio meglio, quindi anche se non avessi vinto, non avrei comunque avuto alcun rimpianto. Subito dopo Atene ricordo di aver fatto dozzine di interviste e di essere andato a molte cerimonie di premiazione. Ma come atleta, sono rimasto sempre lo stesso di prima”.

Come Michele Frangilli e altri Azzurri, anche Marco Galiazzo fa parte del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare.
“Far parte di questo Gruppo Sportivo è un privilegio per me, perché sono pagato per praticare lo sport che amo”.
Non è ancora stata confermata la partecipazione di Marco ai Giochi Olimpici di Rio e in merito a questo ha detto di rispettare molto tutti i non-più-giovani atleti, che continuano a partecipare a gare di alto livello internazionale. “E poi voglio ancora vincere un titolo del mondo targa!” ha dichiarato. “Cosa mi rende diverso? Penso che la mia forza risieda nel mio temperamento. Restare freddo e calmo nei momenti cruciali, perfino durante un grande match internazionale. Questo fa la differenza. È importante mantenere questo atteggiamento dopo una vittoria importante, ma anche dopo una grande delusione. Infatti, l’abilità più importante che un arciere possa mai sviluppare è proprio la concentrazione”.
 
Oggi, all’età di 33 anni, Marco dice di sentirsi pronto per prendere in considerazione la possibilità di proseguire la propria carriera come allenatore. E il suo consiglio migliore per tutti gli arcieri è molto semplice: “praticare il tiro con l’arco con dedizione”.

Traduzione dal sito World Archery di Rebecca Rabozzi



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